“Not your choices, not your life.”
Qualche giorno fa i miei neuroni hanno sviluppato un'associazione un po' insolita.
Due mondi che all'apparenza sembrano lontanissimi, Bitcoin ed il coaching.
“Not your keys, not your coins.”
Questo slogan è molto conosciuto nel mondo Bitcoin. Se non si possiedono le chiavi private, i Bitcoin non sono veramente propri: si sta solo usando un conto che qualcun altro controlla. È il principio base della self-custody: senza chiavi, non si ha proprietà né libertà reale sulla propria moneta.
Portando questa metafora nella vita di tutti i giorni, mi è arrivata questa frase: “Not your choices, not your life.”
Se si lascia che sia qualcun altro a scegliere per noi stessi, allora si vive una vita che non è veramente la propria. Non perché manchi la capacità di decidere, ma perché, spesso senza accorgercene, cediamo la custodia delle nostre scelte.
E non si tratta di controllare ogni dettaglio. Si tratta di riprendersi ciò che ci appartiene da sempre: il diritto di scegliere, cambiare direzione, correggere il tiro, riallinearci.
E sì, serve coraggio per prendersi la responsabilità delle proprie scelte. Delegare è più semplice, ma è così che ci ritroviamo a vivere una vita che non ci somiglia più.
Il coaching si rivela efficace proprio perché crea lo spazio per osservare le proprie scelte, riconoscere ciò che le limita, far emergere ciò che conta davvero e assumersi la responsabilità di ciò che si vuole portare avanti. Attraverso domande mirate, riflessioni guidate e un confronto privo di giudizio, aiuta a riconnettersi ai propri criteri interni e a recuperare la capacità di decidere in modo consapevole.
In questo senso, restituisce simbolicamente le chiavi delle proprie scelte.
Non per costruire una vita perfetta, ma una vita autentica e allineata a ciò che si è.